Arezzo (venerdì, 11 luglio 2025) — A volte, i ritorni più inaspettati sono anche i più carichi di significato. È quanto accaduto a Pier Paolo Nencioli, stimato architetto in pensione originario di Arezzo, ottantenne dall’animo sensibile e dallo sguardo ancora curioso sul mondo. Una figura nota e apprezzata nel panorama urbanistico toscano, autore di progetti rilevanti come la chiesa di San Leo, l’edificio del centro oncologico e il complesso che ha sostituito l’ex scuola Margaritone. Ma questa volta non si parla di architettura, bensì di un incontro sospeso nel tempo: quello con il suo gatto Leo, misteriosamente scomparso quasi un anno fa e, ieri, ricomparso come per incanto.
di Alice Grieco
«Ero appena tornato dalla spesa a Follonica» racconta con voce pacata ma vibrante d’emozione l’architetto Nencioli. «Appena sceso dall’auto, quasi per riflesso, ho emesso quel solito fischio con cui richiamavo i miei gatti. Un gesto automatico, ripetuto mille volte negli anni. Non mi aspettavo nulla, era più un moto del cuore. E invece… eccolo. Leo. È sbucato ai miei piedi, con quel suo miagolio familiare, come se il tempo non fosse mai passato».
Il racconto ha il sapore delle storie di un tempo, quelle vere, che si tramandano perché contengono una scintilla di mistero e umanità. Leo, un bellissimo esemplare dal manto tigrato, era scomparso alla fine dell’estate scorsa, lasciando un vuoto silenzioso nella casa al mare di Punta Ala. Insieme a lui, l’architetto aveva adottato anche Lince, suo fratello gemello, nel 2017. Entrambi lo avevano sempre accompagnato nei trasferimenti tra la costa e Arezzo. Ma l’anno scorso qualcosa era andato storto: Leo si era allontanato e, nonostante i ripetuti tentativi di ritrovarlo, sembrava essersi dissolto nel nulla.
«Sono tornato più volte a cercarlo» confida Nencioli. «Ma di lui nessuna traccia. Ogni volta, però, non riuscivo a smettere di sperare. Per quanto cerchiamo di essere razionali, con i gatti è diverso: loro hanno un legame tutto loro con il mondo. E con noi».
La scena del ricongiungimento sembra uscita da un film d’animazione: il ritorno dalla spesa, il caldo sole di luglio, il cancello che si apre, un fischio. E poi quel miagolio lieve, riconoscente, che rompe il silenzio. Leo è tornato magro, un po’ provato dai mesi vissuti allo stato brado, ma vivo, lucido, e soprattutto riconoscente. Ha riconosciuto Clara, la moglie dell’architetto, e ha cercato subito il fratello Lince. Un ritrovarsi istintivo, naturale, pieno.
La commozione è stata immediata. «Abbiamo subito riempito la sua ciotola di croccantini» racconta sorridendo Nencioli. «Carezze, abbracci, incredulità. Era Leo, non c’erano dubbi. E da oggi siamo di nuovo tutti insieme. In più c’è anche Mira, una trovatella che abbiamo salvato quest’anno e portato con noi ad Arezzo».
Una storia che restituisce luce a un’estate finora segnata, purtroppo, da numerosi casi di abbandono e maltrattamento degli animali. In questo piccolo angolo di Maremma, invece, è accaduto il contrario: un animale è tornato. Spinto, forse, dalla memoria, da un senso di appartenenza, da un affetto che la scienza ancora non riesce a spiegare pienamente, ma che chi ama davvero gli animali conosce bene.
Anche la veterinaria di fiducia della famiglia, appena informata del ritorno, ha espresso la sua gioia, quasi senza sorpresa. «L’avevo detto che sarebbe tornato» ha commentato. «I gatti non dimenticano. Non si può dire che non si affezionano: semplicemente, scelgono la libertà. Ma quando trovano una casa che sentono propria, a volte ritornano».
Il racconto dell’architetto Nencioli, che tanto ha costruito in pietra e cemento nella sua vita professionale, oggi ci regala un’altra costruzione: quella invisibile e potente del legame tra uomo e animale. Una narrazione che va oltre il singolo episodio, e che diventa simbolo di rispetto, fedeltà, e speranza.
Una vicenda così semplice e al tempo stesso straordinaria, che merita di essere raccontata, condivisa, e ricordata. Perché Leo, come ogni gatto libero e misterioso, ha scelto di tornare. E con il suo ritorno ha portato con sé una lezione preziosa: l’amore, quando è autentico, lascia sempre una traccia da seguire. Anche a distanza di mesi. Anche per un gatto.
Tag: Pier paolo nencioli, punta ala, ritorno Last modified: Luglio 11, 2025