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Cetica rinasce: la bottega che riporta vita e comunità nel cuore del Casentino

Casentino (mercoledì, 8 ottobre 2025) — In un’Italia sempre più segnata dalla chiusura di attività locali e dal progressivo spopolamento dei piccoli centri, esistono storie che raccontano una direzione opposta: non un addio, ma un nuovo inizio; non una serranda abbassata, ma una porta aperta verso la comunità. Questo è il caso di Cetica, minuscola frazione del Comune di Castel San Niccolò, in provincia di Arezzo, che conta poco più di 300 abitanti. Qui, il bar alimentari del paese ha riaperto le sue porte, diventando un simbolo di rinascita sociale ed economica per un territorio spesso dimenticato.

di Alice Grieco

L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo dall’amministrazione comunale e rappresenta un segnale di speranza in una zona che ha conosciuto l’erosione demografica e le difficoltà quotidiane di chi resta. A guidare questa rinascita è la famiglia Manetti – Simone, Beatrice, Amar e Salman – originaria di Firenze, che ha scelto di trasferirsi in Casentino per concretizzare un sogno: riportare la vita in un borgo che rischiava di restare silenzioso.

Beatrice Manetti racconta la scelta della famiglia con profonda emozione: “Il Casentino è sempre stato per noi un luogo di bellezza e serenità, un rifugio dalla frenesia cittadina. Cercavamo un ambiente autentico, ricco di tradizioni e di calore umano, dove poter mettere radici. Quando siamo venuti a conoscenza della possibilità di rilevare il bar di Cetica, abbiamo deciso di cogliere l’opportunità. Così abbiamo riaperto il locale, aggiungendo anche un piccolo negozio di generi alimentari e uno spazio per pranzi e merende, chiamandolo La Piazza: un nome che vuole ricordare l’importanza di un luogo di incontro, nel cuore di questo paese meraviglioso e tranquillo”.

L’apertura de La Piazza non rappresenta solo un ritorno alla normalità, ma un vero e proprio presidio sociale. Il locale funge da bar, negozio di alimentari e piccolo ristorante, offrendo ai residenti e ai visitatori un punto di riferimento dove condividere momenti conviviali, assaporare cibi genuini e ritrovare il senso di comunità che da tempo sembrava perduto.

Il progetto nasce anche dalla volontà di preservare la memoria storica del borgo. Beatrice, ex sarta di scena al Teatro Comunale di Firenze, e Simone, impegnato nelle riprese video per grandi eventi, hanno scelto di lasciare la città per investire nel futuro di Cetica. Con loro vive Amar, studente universitario, mentre Salman, come molti giovani della valle, ha intrapreso esperienze altrove pur mantenendo un legame costante con la famiglia.

La loro iniziativa conferma come, anche in un contesto caratterizzato dallo spopolamento e dalla chiusura di attività, sia possibile rilanciare il tessuto sociale di un paese. L’apertura del locale coincide con un momento di grande afflusso stagionale: d’estate, infatti, la popolazione di Cetica cresce fino a triplicare, trasformando il piccolo borgo in un crocevia di turisti e residenti desiderosi di riconnettersi con le proprie radici.

Celebre per le sue patate rosse, Cetica dimostra che i borghi italiani conservano un potenziale inespresso, pronto a essere valorizzato da chi ha il coraggio di scommettere sul territorio. La riapertura del bar alimentari è molto più di un’iniziativa commerciale: è una testimonianza concreta che la vitalità di un paese può essere rigenerata attraverso la cura delle tradizioni, la promozione della socialità e l’accoglienza dei visitatori.

In un’Italia che vede molti piccoli centri lottare contro il silenzio e l’abbandono, l’esperienza dei Manetti a Cetica rappresenta un modello di resilienza territoriale. È la prova che anche il più piccolo borgo può tornare a pulsare di vita, se qualcuno ha la volontà di ascoltare il suo silenzio e trasformarlo in un’opportunità per la comunità.

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Last modified: Ottobre 8, 2025
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