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Autovelox, parte il censimento nazionale: trasparenza e sicurezza stradale al centro

Arezzo (mercoledì, 8 ottobre 2025) — Ha preso il via il censimento ufficiale degli autovelox in Italia, un’iniziativa che consentirà di conoscere con precisione il numero effettivo di dispositivi attivi sia sulla viabilità ordinaria sia sulle autostrade. Entro la fine di novembre sarà disponibile una mappa completa e ufficiale, chiarendo se i dispositivi siano circa 11.000, come sostengono alcune stime, o sensibilmente meno, come ritengono altri. 

di Alice Grieco

L’obiettivo è creare un quadro nazionale chiaro e aggiornato della rete di controllo della velocità.

Gli enti locali, tra cui Comuni e Province, così come le forze dell’ordine – Polizia Stradale e Carabinieri – hanno a disposizione 60 giorni per registrare ogni apparecchio sulla piattaforma telematica predisposta dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT). La scadenza del 30 novembre rappresenta un termine rigoroso: tutti gli autovelox non inseriti entro questa data saranno considerati inattivi e le multe emesse tramite tali strumenti saranno automaticamente annullate.

La piattaforma nasce in applicazione del decreto direttoriale n. 305 del 18 agosto 2025. L’inserimento dei dati richiede informazioni dettagliate sui dispositivi, come marca, modello, tipologia e matricola, nonché l’aggiornamento tempestivo di eventuali modifiche. Le credenziali necessarie sono fornite dal Centro elaborazioni dati della Direzione generale Motorizzazione.

L’iniziativa, promossa dal Ministro Matteo Salvini, si propone di introdurre criteri di trasparenza nel settore, limitando pratiche contestate come l’uso degli autovelox per fare cassa. La mappa finale sarà accessibile al pubblico, consentendo ai cittadini di conoscere con precisione la posizione dei dispositivi, oggi spesso rintracciabili solo tramite applicazioni private o informazioni parziali sul sito della Polizia di Stato.

Tuttavia, permangono questioni aperte di natura giuridica. L’omologazione dei dispositivi di rilevamento della velocità non è ancora uniforme, rendendo le multe impugnabili. Il quadro normativo resta incerto, soprattutto dopo la sentenza della Corte di Cassazione dell’aprile 2024, che ha dichiarato nulle le sanzioni basate su apparecchi approvati ma non omologati. Questa incertezza ha aperto la strada a numerosi ricorsi e contenziosi, con conseguenze economiche e sulla patente per molti automobilisti.

Il dibattito pubblico continua anche sulla funzione degli autovelox: strumenti di deterrenza per la sicurezza stradale o strumenti di entrata finanziaria per i Comuni. Il Ministero punta ora a chiarire questo ruolo, conciliando sicurezza e trasparenza.

L’esempio della provincia di Arezzo mostra la complessità della gestione locale degli autovelox. Dopo anni di proliferazione incontrollata di postazioni, si è passati a una progressiva riduzione. Rimangono attivi solo alcuni dispositivi lungo la tangenziale, via Don Minzoni e sul raccordo.

Altri comuni, come Castelfranco Piandiscò e Cortona, hanno adottato strategie diverse, utilizzando contenitori arancioni vuoti come deterrenti visivi. A Vitiano, tratto stradale segnato da incidenti gravi come quello che ha causato la morte di Federica Canneti nel 2022, l’attivazione di un nuovo autovelox è stata più volte annunciata, ma la mancanza di certezze normative ha bloccato la sua effettiva implementazione.

Il censimento nazionale rappresenta un primo passo verso una disciplina chiara e uniforme degli autovelox. La mappatura ufficiale permetterà di conoscere con precisione la posizione dei dispositivi attivi sul territorio. Tutti quelli non registrati nella piattaforma saranno privi di validità, segnando un cambio significativo nel controllo della velocità in Italia. Il prossimo futuro della viabilità sicura si baserà quindi su trasparenza, regolamentazione e prevenzione degli incidenti, avviando un percorso verso la cosiddetta “Città 30”, dove la sicurezza stradale diventa una priorità condivisa.

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Last modified: Ottobre 8, 2025
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