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Alla ricerca dell’esercito sepolto: verso una campagna archeologica sulla Battaglia di Campaldino

Poppi – Arezzo (giovedì, 26 giugno 2025) — Da oltre sette secoli, i resti di circa duemila soldati caduti nella storica battaglia di Campaldino (11 giugno 1289) giacciono nei pressi della piccola chiesa di Certomondo, alle porte del borgo medievale di Poppi, nel Casentino. Oggi, a 736 anni da quel cruento scontro tra le fazioni dei guelfi fiorentini e dei ghibellini aretini, prende forma un progetto scientifico e archeologico volto al recupero delle sepolture e alla valorizzazione del sito.

di Alice Grieco

La battaglia di Campaldino si concluse con la vittoria delle milizie guelfe di Firenze, tra le quali combatté anche Dante Alighieri, all’epoca giovane cavaliere, che in seguito ricordò l’esperienza scrivendo: «Ebbi tremanza molta». Un evento bellico che segnò profondamente gli equilibri politici della Toscana medievale e che lasciò una vasta area di sepoltura collettiva attorno al convento francescano di Certomondo.

Il dott. Pier Luigi Rossi, già protagonista nel 2008 della traslazione delle spoglie del vescovo Guglielmo degli Ubertini– comandante delle truppe aretine e caduto in battaglia – dalla chiesa di Certomondo alla Cattedrale di Arezzo, è oggi tra i principali promotori della nuova iniziativa. Rossi, basandosi su documenti storici, rilievi topografici e testimonianze d’archivio, ha individuato con buona approssimazione l’area delle sepolture: a nord della chiesa, in un luogo un tempo denominato Infernaccio.

Secondo quanto riferito da Rossi, non venne scavata una fossa comune unica, ma una serie di trincee parallele, chiuse progressivamente con la terra delle successive. Questo metodo di sepoltura rende oggi più probabile un’individuazione precisa dei resti attraverso tecniche moderne di indagine geofisica, con l’ausilio di droni, georadar e saggi esplorativi preliminari.

“La riscoperta dell’esercito sepolto di Campaldino rappresenterebbe un risultato di alto valore scientifico, storico e culturale, nonché un doveroso riconoscimento alle vittime di entrambi gli schieramenti, guelfi e ghibellini, fiorentini e aretini”, sottolinea Rossi. L’iniziativa trova oggi un forte sostegno nel sindaco di Poppi, Federico Lorenzoni, che ha dichiarato l’intenzione concreta di procedere con la campagna di scavo, mai attuata prima per ragioni logistiche ed economiche. Il primo cittadino ha inoltre confermato il coinvolgimento del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e ha annunciato l’avvio delle procedure per l’interlocuzione con la Soprintendenza Archeologica.

Il precedente più rilevante risale al 2008, quando le spoglie di Guglielmino degli Ubertini furono ritrovate sotto il pavimento della chiesa di Certomondo. Studi condotti con analisi al carbonio 14 e rilievi osteologici identificarono il corpo grazie a una malformazione del femore, coerente con la claudicanza documentata del vescovo. Al momento della battaglia, Guglielmino aveva circa 70 anni e, secondo la tradizione ecclesiastica, combatteva armato di mazza, arma consentita al clero poiché non versava sangue.

Altri scheletri ritrovati indicavano età inferiori, coerenti con quella di giovani soldati. La scoperta, pur parziale, ha rafforzato l’ipotesi che l’area conservi ancora oggi numerosi resti riconducibili al contingente militare aretino.

L’operazione richiederà la cooperazione tra enti pubblici e istituzioni culturali. Il Comune di Poppi, la Fraternita dei Laici di Arezzo (fondata proprio sotto l’episcopato di Ubertini) e la stessa Regione Toscana sono pronti a sostenere l’iniziativa. La prossima fase prevede l’elaborazione di un protocollo d’intesa con la Soprintendenza, per avviare ufficialmente la ricerca archeologica delle sepolture di Campaldino.

Ciò che giace a pochi metri di profondità rappresenta non solo un frammento importante della storia medievale toscana, ma anche un’occasione unica per restituire dignità alle vittime e rafforzare l’identità culturale del territorio.

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Tag: , , , Last modified: Giugno 26, 2025
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