Scritto da 5:02 am Arezzo, Sport/Altro

Longevità sportiva e perseveranza ciclistica: il caso di Luciano Flori alla Nove Colli

Arezzo (mercoledì 21 maggio 2025) — LLuciano Flori, nato nel 1944 e residente a Olmo (Arezzo), ha recentemente completato con successo la sua ventiduesima partecipazione alla Nove Colli, una delle granfondo ciclistiche più rinomate d’Italia. Questo traguardo lo conferma come un esempio virtuoso di sportivo senior. L’evento, che si snoda per 139 chilometri tra le salite e le discese dell’Appennino romagnolo, con partenza e arrivo a Cesenatico, ha rappresentato per Flori non solo una sfida fisica, ma anche una celebrazione della sua resilienza personale e della passione per il ciclismo. Quando gli viene chiesto cosa significhi per lui andare in bicicletta, Flori risponde con tre parole chiave: passione, salute e amicizia. “Ho iniziato a pedalare da giovane, per necessità: a 13 anni usavo la bicicletta per andare al lavoro. Negli anni ho tifato per Coppi, poi per Moser e infine per Pantani. Dall’età di 40 anni in poi, la bici è diventata non solo uno sport, ma anche un momento di socializzazione”. La sua carriera sportiva è iniziata nella squadra aziendale della falegnameria Fratini Baldin.

di Alice Grieco

Anche durante la sua lunga carriera al servizio del Comune di Arezzo, nel settore della nettezza urbana, la bicicletta ha rappresentato un costante punto di riferimento. Oggi, da pensionato, alterna l’attività ciclistica alla cura dell’orto e della vigna. Pedala quattro volte a settimana, con regolarità, e afferma: “Ogni uscita è un piacere”.

“La Nove Colli non è uno scherzo”, racconta Flori. “Faccio sempre il percorso da 139 chilometri. Questa era la mia ventiduesima edizione. Le salite sono sempre quelle, ma io ho un anno in più ogni volta. È una prova che non si può affrontare senza allenamento: serve preparazione, determinazione, ma soprattutto passione”.

Il tempo impiegato è stato di circa dieci ore, con una sosta di recupero di mezz’ora sul Barbotto. “Ventidue anni fa concludevo la gara in sei o sette ore, ma oggi l’obiettivo non è il cronometro: è arrivare bene, senza dover essere caricato sul camion scopa”.

Flori non pedala mai da solo. Condivide le uscite settimanali con l’amico Luca e, alla Nove Colli, ha tagliato il traguardo insieme al genero Alfonso. La figlia Paola è anch’essa appassionata di ciclismo, e all’arrivo gli ha organizzato l’incontro con i giornalisti. Il sostegno più solido, tuttavia, resta quello della moglie Armida, con cui festeggerà 58 anni di matrimonio ad agosto: “La mia prima tifosa”, sottolinea con orgoglio.

Un aneddoto della giornata riassume il senso della sfida: “Il camion scopa era dietro di me e stringevo i denti. A un certo punto ho detto ai ragazzi a bordo: ‘State più lontani…’. E loro mi hanno risposto: ‘Non ti preoccupare, tifiamo per te!’”.

Interpellato sul segreto della sua forma fisica e mentale, Flori non ha dubbi: “È la bicicletta stessa”. “Quando salgo in sella al mattino, anche se sento qualche dolore – inevitabile alla mia età – questi scompaiono durante la pedalata. Il benessere che la bici apporta è sia fisico sia psicologico. Anche dopo l’intervento al ginocchio, con impianto di protesi, sono tornato a pedalare dopo appena tre mesi”.

Ogni anno si sottopone a visita sportiva con il cardiologo Lamberto Boranga, ex portiere di calcio e autore del libro Parare la vecchiaia, da cui Flori ha ricevuto una copia con dedica: “A Luciano con simpatia, e che tu possa continuare per sempre a fare la Nove Colli”.

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Last modified: Maggio 21, 2025
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