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Il distretto orafo di Arezzo tra incertezze economiche e sfide globali: l’analisi di Luca Parrini

Arezzo (domenica 4 maggio 2025) — I recenti ponti festivi tra Pasqua e l’inizio di maggio hanno temporaneamente attenuato la percezione delle difficoltà economiche che interessano il distretto orafo di Arezzo. Tuttavia, dietro questa tregua apparente, si celano segnali concreti di sofferenza produttiva che, secondo le previsioni degli operatori, potrebbero acuirsi nel corso del mese. La brusca frenata degli ordinativi, la conseguente riduzione dei ritmi produttivi e il crescente ricorso alla cassa integrazione testimoniano un quadro complesso, segnato da fattori esogeni come l’instabilità legata ai dazi doganali internazionali e le forti oscillazioni del prezzo dell’oro.

di Alice Grieco

Luca Parrini, presidente della Consulta dei produttori orafi di Arezzo e provincia, illustra con chiarezza le dinamiche attualmente in atto nel comparto.

“Gli acquirenti che operano sul mercato secondario—rivendendo quanto acquistano dai produttori—si trovano nell’impossibilità di effettuare una programmazione efficace. L’incertezza è il tratto dominante del momento attuale, con ricadute dirette sull’attività delle imprese, che risentono del calo generalizzato degli ordini”, afferma Parrini.

Il ricorso alla cassa integrazione, sebbene ancora non diffuso in maniera uniforme, ha già coinvolto numerose realtà produttive del territorio. Le festività hanno contribuito a mascherare temporaneamente la contrazione, ma il timore è che la situazione possa peggiorare nelle prossime settimane. “Ci auguriamo che si tratti di una fase transitoria. Al momento, la cassa rappresenta uno strumento essenziale per tutelare i lavoratori coinvolti”, prosegue il presidente.

Il distretto aretino, storicamente vocato all’export, risente in maniera diretta delle turbolenze geopolitiche globali. La forza dell’internazionalizzazione, che aveva consentito una rapida ripresa post-pandemica, si è trasformata oggi in un elemento di vulnerabilità.

Sebbene i dazi verso gli Stati Uniti siano rimasti formalmente invariati al 5% dopo il recente ripensamento da parte dell’amministrazione Trump, è proprio l’assenza di decisioni definitive a generare instabilità. “Se ci fosse un parametro certo, il sistema potrebbe adeguarsi. Invece, l’indeterminatezza paralizza il mercato: chi dovrebbe acquistare non sa a quali condizioni potrà rivendere. Il risultato è una perturbazione estesa che coinvolge tutti i mercati internazionali”, spiega Parrini. Il prezzo dell’oro, ormai stabilmente sopra i 90 euro al grammo e soggetto a variazioni repentine anche nell’arco di poche ore, amplifica ulteriormente l’instabilità.

Le difficoltà non risparmiano nessuno dei comparti del settore orafo aretino: gioielleria, bigiotteria e accessori moda risentono in egual misura della situazione. “Non possiamo parlare ancora di emergenza conclamata, ma è evidente che le criticità siano generalizzate e derivanti da dinamiche globali, non da errori gestionali o strategie aziendali errate. È, a tutti gli effetti, una tempesta perfetta”, osserva Parrini.

L’ottimismo che aveva accompagnato l’inizio dell’anno, alimentato dai positivi riscontri della fiera di Vicenza, si è progressivamente attenuato. La recente edizione di Istanbul non ha restituito segnali incoraggianti. Tuttavia, Parrini si mostra prudenzialmente fiducioso in vista dell’imminente Oroarezzo, in programma il 10 maggio presso Arezzo Fiere e Congressi.

“Ci auguriamo che Oroarezzo rappresenti un’inversione di tendenza. Si tratta di una vetrina internazionale di assoluto prestigio, dove il meglio della produzione orafa del distretto sarà presentato ai buyer di tutto il mondo”.

Con circa 1.200 imprese attive, pari al 15% del totale nazionale nel settore orafo, il distretto di Arezzo rappresenta uno dei poli produttivi più rilevanti d’Italia. Gli 8.411 addetti diretti (26% del totale nazionale) diventano oltre 12.000 considerando l’indotto (laboratori artigiani, terzisti, logistica, packaging e servizi), superando le 20.000 unità complessive per effetto delle ricadute economiche e sociali. L’export rappresenta circa il 75% del fatturato totale. I principali mercati di sbocco sono, nell’ordine: Turchia, Emirati Arabi Uniti, Stati Uniti, Francia e Hong Kong.

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Tag: , , , Last modified: Maggio 4, 2025
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