Arezzo — In attesa che il Presidente Eugenio Giani definisca la composizione della nuova Giunta regionale, emerge con forza la necessità di porre all’attenzione dell’amministrazione un tema che non può più essere rinviato: la costruzione di un rinnovato equilibrio tra Regione e Comuni nella gestione delle politiche sociali, con particolare riferimento alla disabilità e alla non autosufficienza.
di Alice Grieco
La riflessione, già anticipata alla direzione dell’Azienda sanitaria locale, parte dalla consapevolezza che il sistema attuale delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) sta attraversando una fase di profondo affanno strutturale. È indispensabile – viene sottolineato – un intervento di revisione della legge regionale sulla non autosufficienza, capace di proporre risposte differenziate per la popolazione anziana e di superare un modello ormai non più adeguato ai bisogni complessi della società toscana.
Accanto a questo obiettivo, si fa strada un’urgenza ancora più stringente: la definizione di un nuovo patto di corresponsabilità tra Regione e Comuni in materia di disabilità, fondato sul principio cardine del progetto di vita personalizzato. Tale approccio, previsto anche dalla normativa nazionale e dalle linee guida europee, mette al centro la persona con disabilità come soggetto attivo del proprio percorso di autonomia e inclusione.
Numerosi centri e strutture territoriali si trovano oggi a dover rispondere a bisogni che non sono esclusivamente di natura sociale, ma che intrecciano in modo sempre più evidente dimensioni sanitarie e socioeducative. Queste realtà devono essere messe nelle condizioni di potenziare la propria capacità di risposta, costruendo per ogni individuo un progetto integrato che coordini risorse, interventi e servizi in un’ottica realmente multidisciplinare.
L’integrazione, spesso evocata come principio guida del welfare moderno, può diventare effettiva solo se si realizza nella concreta unione di progetti, risorse e obiettivi condivisi. L’obiettivo comune, sottolinea l’amministrazione, deve tornare a essere la piena attuazione del progetto di vita, che non si esaurisce nella pur importante dimensione della socializzazione, ma che comprende autonomia, autodeterminazione e qualità dell’esistenza quotidiana.
In questa prospettiva, è già stato richiesto alla Asl un approfondimento tecnico preliminare, in vista di un successivo confronto politico che si auspica possa avvenire in tempi rapidi e senza ostacoli burocratici.
I Comuni, si evidenzia, si trovano spesso soli nel fronteggiare le esigenze crescenti di anziani e persone con disabilità. È dunque tempo di riscrivere insieme le regole del sistema di welfare regionale, ponendo al centro persone e famiglie, e garantendo che le risorse economiche necessarie non gravino unicamente sui bilanci comunali. Solo una governance condivisa, fondata su responsabilità e visione strategica comuni, potrà assicurare risposte efficaci e sostenibili ai bisogni delle comunità locali.
Last modified: Novembre 3, 2025

