Arezzo (venerdì, 17 ottobre 2025) — Un episodio che solleva profonde riflessioni sul ruolo educativo dello sport giovanile e sul rispetto verso i direttori di gara si è verificato a Levane, nel campionato Giovanissimi B, dove un allenatore ha deciso di ritirare la propria squadra dal campo in segno di tutela nei confronti dell’arbitro, oggetto di insulti continui da parte dei genitori sugli spalti. Il fatto è accaduto appena una settimana dopo l’incontro tra le società calcistiche e la sezione arbitrale del Valdarno, durante il quale si era rinnovato l’appello alla collaborazione e al buon senso nei confronti dei giovani arbitri.
di Alice Grieco
La partita in questione, Levane–Fortis Arezzo, vedeva protagonisti ragazzi di appena tredici anni, alle prime esperienze su un campo di calcio a undici. A dirigere l’incontro era un giovanissimo arbitro esordiente, accompagnato dal tutor come previsto dai protocolli AIA. Secondo le prime ricostruzioni, l’atmosfera si è progressivamente surriscaldata fino a diventare insostenibile, al punto che Emanuele Tacchini, tecnico della Fortis Arezzo, ha scelto di interrompere l’incontro al 19’ del secondo tempo, ritirando i propri giocatori.
“L’arbitro è stato insultato per tutta la partita dai genitori della squadra avversaria e anche da alcuni membri della panchina – ha dichiarato Francesco Martoglio, presidente della Fortis Arezzo –. L’allenatore ha deciso di proteggere il direttore di gara e preservare un minimo di dignità sportiva. Se arriverà una sanzione, la accetteremo: in quel clima era impossibile continuare a giocare”.
Diversa la ricostruzione proposta dai dirigenti del Levane, tra cui il presidente Paolo Todisca, il direttore generale Alfredo Bianchi e l’allenatore Marcello Vardi. “Quando accadono episodi di questo tipo – affermano – è difficile individuare una sola responsabilità. L’arbitro e il suo tutor sono rimasti stupiti dalla decisione di sospendere la partita, poiché in quel momento erano i nostri tesserati, in particolare il guardalinee, a essere oggetto di insulti provenienti dagli spalti”.
A fare chiarezza è intervenuto anche Gabriele Nuzzi, presidente della sezione AIA Valdarno: “L’arbitro era alla sua prima esperienza ufficiale ed era regolarmente seguito dal tutor. Al momento della sospensione, il clima sugli spalti e in campo era ormai compromesso. L’allenatore della Fortis ha scelto di ritirare i ragazzi per evitare ulteriori tensioni. È un gesto che merita rispetto, ma che evidenzia una criticità ormai ricorrente nel calcio giovanile”.
Nuzzi sottolinea come episodi di intolleranza e mancanza di rispetto verso gli arbitri si ripetano con preoccupante frequenza: “Ogni settimana registriamo casi simili. Solo di recente, in una partita della categoria Juniores, è stata distrutta una panchina, mentre un calciatore ha spintonato un direttore di gara dopo un’espulsione, rimediando un anno di squalifica. Siamo di fronte a un problema culturale profondo che coinvolge non solo atleti e dirigenti, ma anche le famiglie”.
Secondo il dirigente arbitrale, occorre promuovere una nuova cultura sportiva fondata sul rispetto, sul fair play e sull’educazione civica: “Serve un cambiamento radicale nel modo di vivere lo sport. I genitori devono comprendere che il loro comportamento incide direttamente sulla crescita dei figli, sui valori che trasmettono e sull’immagine del calcio giovanile”.
Il caso è ora al vaglio del giudice sportivo, che nelle prossime ore emetterà il referto ufficiale. È probabile che la Fortis Arezzo subisca la sconfitta a tavolino e un’ammenda economica, ma l’aspetto tecnico appare secondario rispetto alla riflessione etica che la vicenda impone.
Last modified: Ottobre 17, 2025

