Arezzo (martedì, 14 ottobre 2025) — Un episodio che solleva interrogativi importanti sul rispetto dei diritti delle lavoratrici e sulla tutela della maternità si è verificato recentemente in un’area di servizio lungo l’Autostrada del Sole, in provincia di Arezzo. La Cgil locale ha denunciato il caso, definendolo emblematico delle criticità del precariato e delle discriminazioni di genere ancora presenti nel mondo del lavoro.
di Alice Grieco
Secondo quanto riportato dal sindacato, la lavoratrice in questione era stata assunta inizialmente con un contratto di un mese, successivamente prorogato per tre mesi e infine esteso per ulteriori quattro mesi. Tuttavia, l’ultimo rinnovo è stato annullato non appena l’azienda è venuta a conoscenza dello stato di gravidanza della dipendente.
“Quanto accaduto in questo punto ristoro lungo il tratto autostradale aretino – commenta Marco Pesci, segretario generale della Filcams Cgil di Arezzo – rappresenta un chiaro simbolo di come il precariato possa tradursi in violazioni dei diritti fondamentali. Ancora oggi, donne che diventano madri possono essere escluse dal mondo del lavoro in tempi incredibilmente brevi.”
Secondo le ricostruzioni fornite dalla Filcams Cgil, la vicenda non si limita a un’espressione figurata: “Nella ristorazione autostradale la maternità anticipata è una misura obbligatoria. La lavoratrice, appena informata del proprio stato interessante, ha comunicato la gravidanza via WhatsApp all’azienda. Circa trenta minuti dopo, l’impresa ha formalizzato al Centro per l’Impiego la decisione di revocare immediatamente la proroga del contratto, che sarebbe scaduta a gennaio dell’anno prossimo.”
La conseguenza immediata di tale procedura è la perdita della retribuzione e dell’accesso alle prestazioni previste per maternità, con un impatto economico e sociale significativo sulla lavoratrice.
“La Filcams Cgil ha già intrapreso azioni legali, impugnando il licenziamento e richiedendo il ripristino del rapporto di lavoro – prosegue Pesci –. Il futuro occupazionale della lavoratrice sarà oggetto di valutazione giudiziaria, ma non possiamo accettare che una dipendente venga esclusa dal lavoro semplicemente perché sta per diventare madre. Si tratta di un enorme passo indietro rispetto ai diritti acquisiti dalle donne e dai lavoratori negli ultimi decenni.”
Il sindacato sottolinea inoltre la responsabilità indiretta delle committenti pubbliche, in particolare Autostrade per l’Italia, che affidano in concessione la gestione delle aree di servizio. Pesci invita a una revisione dei criteri di affidamento delle concessioni, includendo garanzie precise sul rispetto dei diritti dei lavoratori impegnati quotidianamente a garantire servizi essenziali per l’utenza autostradale.
Last modified: Ottobre 14, 2025

