(martedì, 24 giugno 2025) — Al di là del concreto rischio che il conflitto tra Israele e Iran possa espandersi a livello globale e favorire un rilancio del terrorismo islamico, il primo effetto tangibile a livello mondiale è già sotto gli occhi di tutti: l’economia globale ha iniziato a mostrare segni di instabilità in meno di 24 ore dall’inizio delle ostilità.
di Alice Grieco
La crisi economica, seppur temporaneamente oscurata dalle notizie delle esplosioni e dei bombardamenti, si è manifestata fin dalla notte tra giovedì e venerdì. Successivamente, la chiusura dei mercati azionari durante il weekend ha temporaneamente attenuato la reazione degli investitori.
Con l’apertura di una nuova settimana, però, i mercati finanziari sono destinati a vivere un periodo estremamente volatile. Wall Street ha già evidenziato i primi segnali di nervosismo, mentre il dollaro ha registrato una risalita, confermandosi come bene rifugio in tempi di crisi. Parallelamente, l’oro ha incrementato il proprio valore del 1,2%, e il prezzo del petrolio Brent ha superato i 75 dollari al barile, con un aumento dell’8%. Le compagnie petrolifere, come di consueto, hanno prontamente adeguato i prezzi dei carburanti. Va sottolineato che, al momento, benzina e gasolio in commercio derivano da scorte accumulate precedentemente, rendendo tali incrementi più frutto di dinamiche speculative che di logiche di mercato.
Il nodo cruciale della situazione risiede nella posizione strategica dell’Iran, che, nonostante sia sceso al settimo posto nella graduatoria mondiale dei produttori di petrolio, mantiene un’influenza significativa grazie al controllo dello Stretto di Hormuz. Quest’ultimo rappresenta un punto nevralgico per il transito di circa il 20% del petrolio e del gas naturale mondiale.
Il rischio maggiore è quindi rappresentato da un possibile blocco reale dei flussi energetici, scenario che potrebbe determinare un raddoppio dei prezzi del petrolio, un incremento dell’inflazione fino al 2,9% e una nuova ondata di contraccolpi economici a livello globale. In tale contesto, non sarebbero solo obiettivi militari ad essere colpiti, ma soprattutto i bilanci delle famiglie di tutto il mondo.
Infine, qualora il conflitto dovesse proseguire con intensità crescente, l’impatto devastante potrebbe culminare in una crisi economica globale senza precedenti, equiparabile all’esplosione di una vera e propria “bomba atomica” per i mercati finanziari internazionali.
Tag: conseguenze economiche, impatto globale, Israele-iran, mercato energetico mondiale Last modified: Giugno 24, 2025