Firenze (venerdì, 24 ottobre 2025) – Firenze torna a essere capitale mondiale dell’arte contemporanea con la XV edizione della Florence Biennale, in programma dal 18 al 26 ottobre 2025 alla Fortezza da Basso. Un appuntamento che, sin dalla sua fondazione nel 1997, si è distinto come crocevia di linguaggi, idee e culture, proponendo un modello espositivo innovativo: un dialogo libero e indipendente tra artisti affermati e talenti emergenti, accomunati dal desiderio di esprimere la propria visione del mondo.
di Alice Grieco
In quasi trent’anni di storia, la manifestazione ha saputo consolidarsi come una delle più autorevoli piattaforme internazionali per l’arte contemporanea e il design, grazie alla capacità di unire ricerca estetica e impegno civile.
L’edizione di quest’anno è dedicata alla “Sublime essenza della luce e dell’oscurità”, un tema che attraversa da secoli la riflessione artistica, filosofica e scientifica. Un invito a esplorare il contrasto come principio vitale, come motore di conoscenza e come metafora della condizione umana.
Tra i protagonisti della rassegna figura Giovanni Pelini, conosciuto con lo pseudonimo di Ilinep, scultore aretino di lungo corso, attivo dagli anni Ottanta e noto per la sua cifra stilistica fortemente simbolica e per l’impegno etico che anima la sua ricerca.
Pelini salì alla ribalta nazionale nel 2011, quando la sua partecipazione alla Biennale Art Museum di Chianciano Termelo consacrò come una delle voci più originali della scultura toscana contemporanea. In quella sede, l’artista presentò il manifesto del “Riflessismo”, un movimento che interpreta l’arte come specchio dei mali del mondo moderno: un processo di assorbimento e trasformazione del negativo in energia creativa, in una tensione continua verso un futuro più consapevole e solidale.
Tra le sue opere pubbliche più note figurano “La dea Uni che allatta Ercole adulto” (2012), realizzata per il Parco archeologico naturalistico di Castelsecco, il busto di Sandro Pertini (2014) per il Parco Pertini di Arezzo e, più recentemente, il busto di Pietro Nenni (2025), collocato nell’area verde di fronte all’Ospedale San Donato. Nel 2023, la scultura “Disperazione” è entrata a far parte della collezione dell’Ambasciata dell’Ucraina a Roma, a testimonianza del valore universale della sua poetica.
Alla Florence Biennale 2025, Ilinep presenta quattro sculture che incarnano i principi del suo Riflessismo e dialogano con il tema della luce e dell’oscurità in una chiave profondamente umana e sociale.
L’opera “Equilibrio precario”, in pietra leccese e acciaio corten, affronta con drammatica lucidità il tema delle morti sul lavoro: corpi intrecciati giacciono nella parte inferiore della scultura, simbolo delle vite spezzate dall’indifferenza e dalla mancanza di tutela. L’artista trasforma la tragedia in monito, la denuncia in memoria scolpita nella materia.
“Piacere” e “Sofferenza”, entrambe in pietra leccese, costituiscono un dittico concettuale: la prima celebra i traguardi della scienza, della cultura e dello sport come strumenti di progresso e benessere; la seconda restituisce, attraverso forme spigolose e volti capovolti, la fatica, il dolore e la fragilità che costellano l’esistenza umana. Due facce complementari della stessa realtà, illuminate da un’unica consapevolezza: non c’è luce senza ombra.
A suscitare maggiore riflessione è “Trampolismo buio di ragione”, una scultura in bronzo e polimero che si interroga sulla natura stessa del pensiero e della parola. Dalla bocca di una figura stilizzata, quasi un idolo arcaico, esplode un flusso di linguaggi distorti, esagerazioni e contraddizioni: un rimando diretto al rumore del mondo contemporaneo, dominato da voci di potere e narrazioni ingannevoli. Sulla testa, un tappo di legno di frassino – simbolo di saggezza nelle culture antiche – può essere rimosso o ricollocato: un gesto metaforico che invita a scegliere tra ignoranza e conoscenza, tra chiusura e rivelazione.
Con queste opere, Ilinep conferma la sua appartenenza a una linea artistica che fonde etica e estetica, in cui la materia diventa veicolo di riflessione morale. La sua ricerca, negli ultimi anni, si è orientata verso forme geometriche e strutture essenziali, in dialogo con il geometrismo e il cubismo del secondo Novecento, ma sempre animata da un’urgenza espressiva profondamente contemporanea.
Accolta con favore dal pubblico e dalla critica, la partecipazione di Pelini alla Florence Biennale 2025 rappresenta non solo un riconoscimento personale, ma anche un tributo alla vitalità culturale della Toscana, capace di rigenerarsi e di continuare a dialogare con il mondo attraverso l’arte.
Last modified: Ottobre 24, 2025

