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Crisi tra India e Pakistan: attacchi missilistici nel Kashmir e nuove tensioni militari nella regione

Mercoledì 7 maggio 2025 — Nella notte tra martedì e mercoledì, le Forze Armate indiane hanno condotto una serie di attacchi missilistici in territorio pakistano e nella porzione di Kashmir sotto amministrazione di Islamabad. Secondo una nota ufficiale diffusa dal governo di New Delhi, le operazioni militari non hanno preso di mira infrastrutture strategiche o installazioni militari, ma esclusivamente «luoghi utilizzati per pianificare attacchi contro l’India». Le autorità indiane hanno inoltre sottolineato che l’azione non dovrebbe essere interpretata come un’escalation del conflitto indo-pakistano.

di Alice Grieco

Dichiarazioni opposte provengono dal Pakistan, dove il capo delle Forze Armate ha riferito della morte di 26 civili, tra cui un bambino, a seguito degli attacchi indiani. Islamabad ha reagito con un contrattacco di artiglieria, che, secondo fonti indiane, avrebbe causato la morte di tre cittadini indiani.

Questo nuovo picco di tensione segue un grave attentato avvenuto due settimane prima, quando un gruppo armato ha ucciso 26 civili, tra cui 25 cittadini indiani, nel Kashmir amministrato da New Delhi. In risposta, il ministro degli Esteri indiano Subrahmanyam Jaishankar ha dichiarato su X (ex Twitter) che «la comunità internazionale deve adottare una politica di tolleranza zero contro il terrorismo».

La crisi diplomatica e militare ha attirato l’attenzione della comunità internazionale. Il primo ministro pakistano Shehbaz Sharif ha definito l’attacco indiano un «atto di guerra», rivendicando il diritto del Pakistan a una risposta energica. Nel frattempo, le Nazioni Unite hanno lanciato un appello alla «massima moderazione» attraverso un comunicato del Segretario generale, mentre il Segretario di Stato statunitense Marco Rubio ha avviato contatti diretti con i Consiglieri per la Sicurezza Nazionale di entrambi i Paesi.

In un ulteriore sviluppo della crisi, il ministro della Difesa pakistano Khawaja Muhammad Asif ha affermato che l’Aeronautica militare di Islamabad avrebbe abbattuto cinque caccia indiani, sebbene tale rivendicazione non sia stata confermata da New Delhi. Asif ha inoltre contestato la versione indiana secondo cui gli attacchi avrebbero colpito «campi di addestramento terroristici». A seguito dei bombardamenti, la città di Muzaffarabad, capitale della regione del Kashmir amministrata dal Pakistan, ha subito un blackout completo.

Secondo l’analista Rajeswari Pillai Rajagopalan, senior fellow dell’Australian Strategic Policy Institute, l’attuale dinamica militare ricorda episodi precedenti di confronto indo-pakistano. L’esperta sottolinea che, nonostante la retorica, entrambe le parti sembrano ancora orientate a evitare un’escalation su vasta scala, consapevoli delle implicazioni potenzialmente catastrofiche in un contesto in cui entrambe le potenze dispongono di armamenti nucleari.

Le ripercussioni del conflitto si estendono anche al traffico aereo: diverse compagnie asiatiche hanno annunciato la cancellazione o la deviazione dei voli in transito nella regione per motivi di sicurezza.

Le relazioni bilaterali tra India e Pakistan si trovano in una fase di particolare deterioramento dal 2019, quando un attentato suicida a Pulwama, nel Jammu e Kashmir, causò la morte di circa quaranta militari indiani. La risposta di New Delhi fu un’incursione aerea in territorio pakistano, seguita, pochi mesi dopo, dalla revoca dell’autonomia speciale del Jammu e Kashmir, che fu declassato da Stato a Territorio dell’Unione.

In assenza di ambasciatori, sostituiti da incaricati d’affari, i canali diplomatici si sono ulteriormente assottigliati. Dopo l’attentato di due settimane fa, l’India ha sospeso unilateralmente la partecipazione al trattato sulla condivisione delle acque del fiume Indo, mentre il Pakistan ha chiuso il proprio spazio aereo ai vettori indiani.

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Tag: , , Last modified: Maggio 7, 2025
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