Arezzo, (mercoledì 11 giugno 2025) — Il referendum del 9 giugno ha registrato una partecipazione significativamente inferiore al quorum richiesto sia a livello nazionale che nella provincia di Arezzo. L’affluenza media nel territorio aretino si è attestata al 34,4%, con una leggera diminuzione nel capoluogo (32,1%). L’analisi dei dati rivela notevoli disparità territoriali, con il Valdarno che si distingue per una maggiore propensione al voto.
di Alice Grieco
Nonostante l’importanza delle questioni sottoposte a referendum, l’affluenza non ha superato la soglia minima del 50% più uno, invalidando di fatto la consultazione. L’omogeneità dei risultati tra i cinque quesiti referendari indica una sostanziale uniformità nell’interesse manifestato dagli elettori verso le diverse tematiche.
La distribuzione geografica dell’affluenza evidenzia un marcato divario tra le diverse zone della provincia. Il comune di Sestino ha registrato la percentuale più bassa (21,5%), mentre Cavriglia si è distinto per un’affluenza pari al 45,6%, avvicinandosi al quorum. In generale, il Valdarno si conferma come l’area più attiva sul fronte referendario, con quasi tutti i comuni (Castelfranco Piandiscò, Bucine, Loro Ciuffenna, Montevarchi, San Giovanni Valdarno e Terranuova Bracciolini) che hanno superato o sfiorato il 40% di partecipazione. Percentuali superiori al 40% si registrano anche nei comuni di Montemignaio e Ortignano Raggiolo.
La bassa affluenza al referendum solleva interrogativi sulla partecipazione democratica e sull’interesse dei cittadini verso le decisioni politiche. L’analisi delle ragioni alla base di questa scarsa mobilitazione elettorale, così come l’individuazione dei fattori che hanno favorito una maggiore partecipazione nel Valdarno, richiedono ulteriori indagini e approfondimenti socio-politici.
Tag: analisi dati, bassa affluenza, disparità territoriale, referendum Last modified: Giugno 11, 2025