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Arezzo e la geografia dei luoghi in attesa: quattro ex insediamenti produttivi tra memoria industriale e speranza di rigenerazione

Arezzo (sabato, 19 luglio 2025) — Nel cuore del tessuto urbano ed economico di Arezzo si stagliavano, come simboli di una stagione imprenditoriale ormai conclusa, quattro siti industriali dalla forte carica identitaria: l’ex Gori e Zucchi – poi UnoAerre, l’ex stabilimento Fontemura, l’ex Konz e l’ex Planet. Ognuno di questi luoghi, oggi dismessi, raccontava una storia di sviluppo, lavoro, declino e, più recentemente, attesa. Si trattava di spazi non solo fisici, ma emotivi e simbolici, in grado di rappresentare il passaggio da un’economia manifatturiera radicata al desiderio di rinascita attraverso nuovi modelli sostenibili e imprenditorialmente lungimiranti.

di Alice Grieco

In un contesto urbano in cui la rigenerazione dell’ex area Lebole, affidata alla visione imprenditoriale di Patrizio Bertelli – presidente del gruppo Prada – costituiva il fulcro della discussione sul futuro cittadino, risultava indispensabile volgere lo sguardo anche verso queste quattro aree in stallo, strategiche sia per collocazione sia per potenzialità economico-sociali. Esse rappresentavano vere e proprie caselle immobiliari in un ipotetico “Monòpoli aretino”, in attesa di essere rilanciate da progetti concreti capaci di generare occupazione, azzerare il degrado ambientale e contribuire allo sviluppo sostenibile dell’intero territorio.

All’inizio del 2023, lo storico complesso industriale dell’ex Gori e Zucchi, conosciuto ai più come l’ex UnoAerre, fu acquisito dalla società Chewbecca, facente capo al gruppo fiorentino Millennium. Il prezzo finale, frutto di una trattativa articolata, fu fissato a 1,9 milioni di euro, dei quali 190 mila versati come acconto. Tali risorse vennero incamerate nel processo di liquidazione della vecchia azienda orafa, che fu un tempo l’emblema della manifattura preziosa aretina, nonché madre fondatrice del distretto orafo locale.

L’acquisto venne accompagnato da ambiziosi annunci circa una riconversione a vocazione ambientale: si ipotizzava la creazione di un parco per la produzione di energia da fonti rinnovabili, con il riutilizzo parziale dei fabbricati industriali per ospitare attività produttive connesse. Tuttavia, a distanza di tempo, quei progetti erano rimasti sulla carta, e l’area – pur bonificata – non aveva ancora avviato il percorso di rinascita atteso dalla cittadinanza. A testimonianza della resilienza dell’imprenditoria locale, va ricordato che nel 2011 l’attività produttiva della UnoAerre fu trasferita a San Zeno grazie al salvataggio e rilancio operato dalla famiglia Squarcialupi.

Sempre nel corso del 2023 trovò un acquirente, dopo numerosi tentativi falliti all’asta, anche l’ex Fontemura, lo stabilimento di imbottigliamento situato lungo le pendici dell’Alpe di Poti. L’impianto, attivo tra il 1968 e il 2002, aveva rappresentato per decenni un presidio produttivo nel settore delle acque minerali, prima di essere travolto da difficoltà economiche culminate in un abbandono progressivo e nell’utilizzo improprio degli spazi da parte di soggetti estranei, tra cui l’organizzazione di rave party.

Il bene fu infine aggiudicato all’asta per poco più di 100 mila euro – cifra lontanissima dai 2 milioni inizialmente richiesti – con l’impegno da parte del nuovo proprietario a procedere con la bonifica ambientale, poi effettivamente eseguita. Tuttavia, mancava ancora un progetto operativo. Erano state avanzate due ipotesi: la realizzazione di un parco energetico oppure la creazione di un parco avventura per bambini. Entrambe le visioni si muovevano nella direzione di un riutilizzo innovativo del sito, ma alla data dell’acquisto non si erano tradotte in atti concreti.

Nello stesso anno, sempre tramite asta pubblica, venne acquisito anche l’ex Konz, uno storico cash and carry situato in via Setteponti 22, zona strategica della città per la vicinanza alla multisala “Al Magnifico” e ai principali centri commerciali. Dopo anni di abbandono, l’immobile e le aree esterne furono rilevate da One Gold Srl, solida realtà produttiva nel settore degli accessori moda e della bigiotteria di alta gamma.

La cifra versata dalla società fu pari a 871.200 euro, contro un valore iniziale d’asta di ben 5 milioni. La nuova proprietà dichiarò sin da subito l’intenzione di procedere con cautela, articolando l’intervento in diverse fasi progettuali. Al netto della bonifica dell’area, tuttavia, non si era ancora dato seguito ad alcun progetto di riconversione strutturato. Rimaneva quindi da definire il destino di uno spazio urbano rilevante per collocazione e potenziale funzione economica.

A cavallo tra il 2024 e l’inizio del 2025, l’ex hotel Planet, ubicato a Rigutino lungo la Strada Regionale 71, fu infine acquisito all’asta da Tommaso Colzi, imprenditore pratese operante nel settore immobiliare e titolare della Texco, società con sede operativa a Roma. L’aggiudicazione dell’albergo avvenne a fronte di un’offerta pari a 1 milione e 15 mila euro, superando la proposta di una società riconducibile a Guglielmo Manzo, presidente dell’Arezzo Calcio e proprietario dell’ala opposta dello stesso complesso.

L’immobile, con le sue circa 90 camere, si candidava a tornare protagonista del panorama turistico locale in un periodo particolarmente favorevole per il settore, complice l’espansione dei flussi turistici legati agli eventi culturali, ai congressi e all’offerta artistica della città. L’area risultava strategica anche per il collegamento diretto con le principali arterie stradali e le località dell’entroterra. La comunità locale attendeva dunque con interesse i prossimi passi relativi alla riqualificazione e alla riapertura della struttura ricettiva.

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Tag: , , Last modified: Luglio 19, 2025
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