Anghiari – Arezzo (mercoledì, 30 luglio 2025)— «È stata un’emozione profonda, che non si dimentica. Oggi, quando i nostri bambini si presentano, lo fanno con fierezza: pronunciano il loro nome e, con naturalezza, entrambi i cognomi. Il nostro e il loro riconoscimento coincide». A parlare, per la prima volta davanti a un microfono, sono Eleonora Urle e Arianna Roselli, unite civilmente e madri di due gemellini nati nel giugno 2022, oggi pienamente riconosciute dalla legge come co-genitrici.
di Alice Grieco
A dare loro voce è stata la giornalista Chiara Sadotti di Arezzo TV, in un’intervista che ha riportato all’attenzione pubblica una delle questioni più delicate e controverse del diritto di famiglia in Italia: il riconoscimento legale della doppia genitorialità per le coppie omogenitoriali. Un tema che assume, nel caso di Eleonora e Arianna, un valore umano, sociale e giuridico non indifferente.
La loro storia inizia nell’ottobre del 2021, quando, per realizzare il sogno di avere una famiglia, si recano a Barcellona. Qui affrontano un percorso di fecondazione eterologa, procedura ancora non ammessa nel nostro Paese per le coppie di donne. L’embrione, generato grazie a questo metodo, viene impiantato su Arianna, che porterà avanti la gravidanza. I bambini nascono in Italia, in una cornice familiare solida e amorevole, ma solo una delle due madri — quella che ha partorito — viene riconosciuta ufficialmente.
«I nostri figli sono sempre stati felici — racconta Arianna —. Se glielo chiedi, ti rispondono con candore: “Abbiamo due mamme, e per questo siamo felici”». È la semplicità disarmante della verità vissuta, che però ha dovuto attendere il tempo lungo della giustizia per diventare anche verità giuridica.
La sentenza del Tribunale per i Minorenni di Firenze, arrivata dopo un lungo iter legale sostenuto dall’avvocata Ramona Borri, ha riconosciuto a Eleonora il diritto di adottare i bambini, secondo quanto previsto dall’“adozione in casi particolari”. Una misura che, pur non colmando completamente il vuoto normativo, rappresenta un traguardo fondamentale per la tutela del superiore interesse dei minori.
«Mamma, nei fatti, lo sono sempre stata — spiega Eleonora — ma ho temuto di non poter firmare nulla in loro assenza di Arianna. Avevo paura che, in caso di bisogno, la burocrazia si frapponesse tra me e loro». Un timore non infondato, se si considera che, senza un riconoscimento formale, il legame affettivo rischia di essere ignorato dal sistema legale e sanitario.
Con il riconoscimento giuridico, tutto cambia. «Adesso anche i nonni lo sono al 100% — afferma Eleonora —. Emozioni e affetto non sono mai mancati, ma avere la validazione dello Stato è un sollievo profondo. Era paradossale dover adottare i propri figli, ma è stato necessario. Finalmente possiamo guardarli senza quel peso sulle spalle».
Il verdetto fiorentino, secondo quanto dichiarato nella motivazione, è stato emesso “nell’interesse preminente dei minori”, seguendo una linea interpretativa che ormai molti tribunali adottano per sopperire alle lacune legislative. «La giurisprudenza — sottolinea l’avvocata Borri — sta spingendo con forza il legislatore a intervenire. I giudici lanciano veri e propri appelli al Parlamento affinché si ponga fine a queste disuguaglianze».
La battaglia, tuttavia, non è conclusa. Eleonora e Arianna sanno che la loro storia è oggi un simbolo, ma anche una responsabilità. «Ci auguriamo che un domani non ci sia più bisogno di passare dai tribunali per vedersi riconosciuti come genitori — dice Arianna —. Quando il desiderio di costruire una famiglia nasce da amore, rispetto e progettualità condivisa, non dovrebbe esistere alcuna discriminazione».
Nel loro messaggio c’è un richiamo alla coscienza collettiva, un invito a superare stereotipi e resistenze ideologiche, affinché la genitorialità non sia più valutata in base al sesso o all’orientamento sessuale, ma esclusivamente alla qualità dell’impegno, della cura e del legame affettivo.
«I nostri figli cresceranno liberi — concludono le due mamme —. Nel rispetto delle differenze, nell’autenticità del loro vissuto, nella consapevolezza di essere nati da un amore pieno. E saranno felici, come lo sono adesso. Forse, un giorno, lo saranno ancora di più».
Tag: doppia maternità, famiglia arcobaleno, riconoscimento legale Last modified: Luglio 30, 2025

