Arezzo (lunedì 5 maggio 2025) – Si aprirà domani, martedì 6 maggio, presso la Corte d’Assise di Arezzo, il processo a carico di Irfan Rana Mohamed, 37 anni, di origine pakistana, imputato per l’omicidio volontario aggravato della dottoressa Letizia Girolami, psicologa e psicoterapeuta di 72 anni, originaria di Roma e da tempo residente nella campagna toscana, dove aveva realizzato un’oasi naturalistica nella località di Poggi Grassi, nel comune di Foiano della Chiana.
di Alice Grieco
L’omicidio è avvenuto il 5 ottobre 2024 all’interno della fattoria dove l’uomo risiedeva come ospite, essendo amico della figlia della vittima. Secondo le ricostruzioni fornite dai carabinieri e confermate dallo stesso reo confesso, una lite scaturita da motivi apparentemente futili – la fuga di alcuni pulcini di pavone, particolarmente cari alla vittima – avrebbe portato Irfan Rana ad aggredire la donna colpendola alla testa con una zappa, trasformata in arma letale. Il decesso, secondo i primi rilievi, sarebbe avvenuto con un solo colpo, ma resta centrale per l’accusa stabilire l’eventuale presenza di crudeltà e ferocia nell’azione omicidiaria.
Il procedimento si preannuncia complesso, anche in considerazione delle aggravanti contestate: i futili motivi e la crudeltà, quest’ultima oggetto di riflessione giurisprudenziale alla luce di recenti sentenze della Corte di Cassazione, tra cui quella relativa al femminicidio di Giulia Cecchettin, in cui non fu riconosciuta la crudeltà nonostante l’efferatezza del gesto.
Durante la prima udienza, tuttavia, potrebbero verificarsi ritardi a causa dell’annunciata astensione degli avvocati penalisti, il che renderebbe necessario un rinvio e la calendarizzazione delle successive udienze da parte del collegio giudicante, presieduto dalla dottoressa Annamaria Loprete, con giudice a latere il dottor Giorgio Margheri e la partecipazione dei giudici popolari.
I familiari della vittima, il marito e la figlia – assente al momento del delitto perché in vacanza all’estero – si costituiranno parte civile nel processo, rappresentati dagli avvocati Stefano Del Corto e Tommaso Ceccarini, chiedendo giustizia per una perdita tanto brutale quanto inspiegabile. L’imputato sarà difeso dall’avvocata Maria Fiorella Bennati.
L’indagine, coordinata dalla procuratrice capo Gianfederica Dito e dalla sostituta procuratrice Angela Masiello, si è svolta con rapidità: la scomparsa della donna, notata in serata dal marito che ne attendeva il rientro, aveva attivato tempestive ricerche, culminate nel ritrovamento del corpo e nell’arresto del responsabile, che ha poi ammesso le proprie responsabilità.
Il procedimento coinvolgerà circa cinquanta testimoni e sarà al centro dell’attenzione mediatica e sociale anche per l’assenza di movente passionale, fatto che rende l’evento un caso atipico di femminicidio, ma non per questo meno grave.
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